La sfida della formazione per banche e intermediari

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Profitti e prospettive

Banche e intermediari sono costantemente alle prese con la necessità di adattarsi ai cambiamenti che incombono in modo costante nel loro settore di business e sono focalizzati a implementare le proprie logiche organizzative.
I processi distributivi hanno subito negli anni modifiche più o meno significative con l’obiettivo di essere uniformati alle evoluzioni regolamentari richieste dagli impianti normativi partoriti a livello nazionale e comunitario.

Più di recente, banche e intermediari hanno temuto che la pandemia avrebbe causato danni economici duraturi ai loro conti economici, ma – a parte la comprensibile frenata nel 2020 – le cose sono andate per loro fortuna in un modo positivamente inaspettato e il 2021 rimarrà negli annali (anche) come un anno da record per i profitti e, di conseguenza, per i soci di questi attori del mercato. Le banche sono tornate a distribuire dividendi e, illustrando i loro piani industriali, si sono prodigate a rassicurare gli investitori che continueranno a farlo in modo lauto anche nel prossimo futuro.

Nonostante un 2022 caratterizzato da incertezza e preoccupazione su vari fronti, quindi, per l’industria della finanza sono aumentati margini e raccolta. Ciò nonostante, ci sono alcuni aspetti collaterali che meritano alcune riflessioni. In particolare, se tra gli obiettivi c’è quello della soddisfazione del cliente, una formazione mirata deve assumere una posizione di centralità. Sebbene, infatti, nel breve questo aspetto possa avere un impatto relativo, nel medio-lungo termine rappresenterà un fattore di criticità per chi non avrà saputo gestirlo in modo adeguato.  

Progettare la formazione

Addestramento, aggiornamento e formazione sono i tre canali di attività su cui sono impegnate le banche e gli intermediari: queste tre vie sono riconducibili genericamente all’attività di formazione. Per una migliore comprensione, tuttavia, va specificato che questi segmenti non sono omogenei tra di loro e, da un punto di vista didattico, sarebbe opportuno svilupparli separatamente.

L’addestramento fornisce gli elementi utili di ogni fase dell’attività lavorativa, affinché il ruolo assegnato venga espletato secondo i dettami organizzativi della banca o dell’intermediario. L’aggiornamento permette di tenere informati i professionisti in merito all’evoluzione normativa, operativa e organizzativa nell’ambito di riferimento. Infine, la formazione fornisce soluzioni conoscitive (più o meno evolute) e valutative per svolgere nel modo più professionale ed efficace la propria attività.

È necessario, pertanto, dedicare il giusto spazio a una progettazione formativa che sia in grado di integrare in modo concreto il sapere e il saper fare, valorizzando altresì proprio quell’attività che pare essere la più trascurata, cioè l’addestramento. Nel corso di questa fase, infatti, si dovrebbero analizzare i comportamenti dei singoli che derivano dalle conoscenze e dalle abilità acquisite e aggiustarli, adeguandoli – se necessario – al contesto lavorativo e alle relazioni che intercorrono con i clienti.

La formazione obbligatoria spiega ma non motiva

Parlare di formazione obbligatoria è un’approssimazione consueta per definire il numero di ore che un professionista deve espletare per considerare soddisfatti gli obblighi normativi previsti, soprattutto in ambito di aggiornamento professionale. In quelle ore, nel corso dell’anno, si sovrappongono percorsi didattici in materia di privacy e trasparenza, antiriciclaggio, sicurezza, MiFID e IVASS.

Nell’ambito della formazione obbligatoria da fruire annualmente, bancari e consulenti sono chiamati a svolgere percorsi tematici che, seppur necessari, risultano noiosi nella sostanza e poco funzionali nella forma. Corsi in FAD e lezioni in e-learning su temi di per sé già poco accattivanti vengono spesso vissuti come un’imposizione dovuta, piuttosto che come una ghiotta opportunità di aggiornamento.

I professionisti interessati, coinvolti in una quantità di attività amministrative sempre crescenti, sono costretti loro malgrado a derubricare la formazione obbligatoria a estenuante scocciatura. Sebbene questo tipo di formazione non possa assurgere a una forma di apprendimento motivante, dovrebbe tuttavia essere ripensata nelle modalità di erogazione, per evitare che si traduca da una parte in una snervante seccatura (per chi deve subirla) e in un costo gravoso e tassativo (per gli intermediari) dall’altra.

Formazione: obbligo od opportunità?

Quando banche e intermediari etichettano la formazione quasi esclusivamente come obbligo, la trattano come tale e la fanno percepire a chi ne deve usufruire come un onere necessario. Con quali risultati? Ovviamente pessimi. Prova a pensare a come ti senti quando devi fare qualcosa perché sei costretto, non perché sei convinto: il senso dell’obbligo non piace a nessuno. Tanto più che leggi e norme hanno, al contempo, burocratizzato in modo assoluto la quotidianità dei consulenti.

La disponibilità mentale di chi riceve la formazione è il fattore discriminante che ne determina poi la reale fruibilità. Per questa ragione molti professionisti, consapevoli dell’importanza di una formazione evoluta, sono disposti a pagarla di tasca propria, pur di godere di una didattica di qualità superiore allo standard, per acquisire le varie certificazioni (€FPA, €FA, ecc..) o per ottemperare agli aggiornamenti connessi. Tale qualità è spesso connessa a una docenza capace di piegare la teoria alla pratica.

Negli ultimi due anni l’emergenza Covid ha costretto anche la formazione in aula a convertirsi in docenza a distanza, privando i partecipanti di quella dialettica che spesso è l’ingrediente fondamentale per una reale comprensione delle argomentazioni (tecniche o comportamentali) trattate e per una loro persistenza mnemonica a lungo termine. Questo ripiego strumentale, sebbene necessario nel frangente pandemico, ha il limite di generare un’interazione decisamente scarsa e un’efficacia davvero limitata.

Con tutte le attenzione dovute, è tempo di tornare a forme di erogazione che consentano una formazione tanto utile quanto motivante.

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