La Finanza Alternativa non è un privilegio per pochi

Facebooklinkedinmail

Gli strumenti di Private Equity rappresentano un’opportunità ancora inesplorata per molti investitori

Dopo una lunga estate è arrivato un rigido (e, forse, lungo) inverno.
Molti investitori stanno facendo le valigie (o le hanno già fatte) e abbandonano i mercati finanziari, poiché l’arrivo dei venti freddi della recessione sta intaccando in modo profondo il rendimento delle tradizionali asset classes.
Nelle zone alpine, all’inizio dell’inverno, i proprietari di case preparano i loro attrezzi in previsione della caduta della neve stagionale, per essere pronti a rimuovere ogni tipo di ostacolo alla propria movimentazione, esattamente come fanno gli investitori in cerca di libertà per mettere in atto le programmate manovre finanziarie.

Ma quest’anno essi si stanno preparando per un’altra grande deriva. Mentre i freddi ostacoli prosciugano i rendimenti del mercato azionario, molti investitori si stanno legittimamente muovendo verso assets alternativi in cerca di diversificazione.
Le condizioni delle asset classes tradizionali sono inospitali da tempo. I tassi nominali sui conti correnti sono negativi già da mesi, lasciando ai cauti investitori l’impossibilità di parcheggiare i propri capitali in liquidità, mentre prendono decisioni sulla loro futura asset allocation. Ciò, a sua volta, ha effetti ancora peggiori sulla liquidità e sulle attività a basso rendimento, come i titoli di stato, soprattutto considerando l’andamento dell’inflazione.

Gli investitori tradizionali sono notoriamente molto cauti ed hanno particolare affinità per gli assets a reddito fisso. Anche molti titoli di stato decennali hanno ormai rendimenti negativi e tanti investitori – ovunque nel mondo – sono stati costretti a cercare altre fonti di rendimento per raggiungere i loro obiettivi di investimento.

Prendiamo il caso della Svizzera, che ha la reputazione di offrire tipologie di investimenti alternativi tra le più diversificate, oltre che gestite con storica competenza: gli investitori istituzionali stanno ovviamente approfittando di questi aspetti. Nei fondi pensione, questa diversificazione ha dato i suoi frutti, in particolare grazie ai fondi di leveraged buyout che hanno sovraperformato i principali indici dei mercati finanziari in quasi tutti i Paesi.


Queste condizioni, negli ultimi 20 anni, hanno sostenuto una migrazione globale, con i sette maggiori mercati dei fondi pensione che hanno registrato un calo del 20% nelle allocazioni azionarie, in coincidenza con un aumento del 19% dei flussi verso immobili e altre categorie alternative.
Gli investitori istituzionali sono all’avanguardia nell’asset allocation, e al momento si trovano con una delle più alte esposizioni in asset classes alternative della loro storia.

Un percorso alternativo anche per gli investitori retail

Il panorama delle asset classes alternative di oggi somiglia poco a quello in cui gli investitori intrepidi erano approdati​​ dieci anni fa. Hedge funds, materie prime e private equity (PE), che nel 2010 rappresentavano oltre il 90% degli investimenti alternativi dei fondi pensione, hanno perso il loro dominio. Oggi, queste classi di attivi catturano quasi il 55% del denaro dei fondi pensione che fluisce negli investimenti alternativi, lasciando posto agli strumenti di private debt, insurance-linked securities ed altri che investono in infrastrutture;  queste soluzioni presentano un’ampia diversificazione e sono considerate le nuove fonti di maggior rendimento e con un elevato grado di affidabilità.

Qualunque sia stata la loro allocazione sull’ampia gamma degli investimenti alternativi, coloro che avevano deciso di avventurarsi oltre la propria comfort zone degli investimenti tradizionali sono stati ben ricompensati.
Nel complesso, le asset classes alternative hanno prodotto rendimenti più interessanti rispetto alla crescita totale del mercato degli investimenti tradizionali, e questo è avvenuto a livello globale sui 3, 5 e 10 anni.

Uno studio sugli investimenti in private equity di oltre 500 fondi pensione svizzeri ha rivelato che i fondi di PE hanno sovraperformato il mercato azionario pubblico con un maggior rendimento che va tra il 9% e il 19% nel corso della loro vita, offrendo un tasso di rendimento medio del 9%, quindi decisamente migliore rispetto ai principali indici azionari.

Ma ci sono molti margini di crescita, dal momento che il panorama alternativo rimane per molti ancora relativamente inesplorato; infatti, l’esposizione tra i singoli investitori retail è decisamente minima, se non addirittura inesistente. Molte persone sono comprensibilmente riluttanti ad abbandonare le piste delle asset classes tradizionali che hanno dato un buon rendimento in passato. Gli investitori diffidano di alcune caratteristiche associate agli investimenti alternativi, come l’illiquidità e il rischio di possibili ampi ribassi. È per questo che essi dovrebbero poter contare su consulenti preparati, capaci di guidarli verso un percorso di ulteriore diversificazione che tenga conto anche di queste opportunità

Oggi i mercati finanziari si trovano su un terreno estremamente paludoso, con denaro a basso costo che porta con sé valutazioni elevate e bassi rendimenti.
Coloro che desiderano esplorare questo panorama alternativo e cogliere le adeguate opportunità potrebbero, utilizzando un’appropriata asset allocation, essere ricompensati con rendimenti sopra la media grazie alle attuali valutazioni che presentano prezzi ragionevoli.

Facebooklinkedinmail

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *