Asset Protection: 10 regole da conoscere e da applicare (per chi vuole davvero proteggere il patrimonio)

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Cosa si intende con l’espressione “protezione dei beni”?

Protezione dei beni significa mantenere la proprietà di quei beni al sicuro dalla potenziale aggressione di chi, per esempio, vince una causa dopo averla intentata. In tali casi, la portata del danno può variare in funzione dell’entità dell’errore commesso, come potrebbe accadere nel caso di un’azione legale relativa a un atto di negligenza: un incidente d’auto o un incidente occorso a un proprio dipendente. Casi peggiori potrebbero essere quelli relativi a un divorzio, a un sequestro o persino a un rapimento.

Per salvaguardare la propria ricchezza nei confronti di coloro che vi potrebbero vantare delle pretese (creditori, ex coniuge, o altri tipi di “nemici”), è necessario in primis che la stessa non sia direttamente riconducibile al proprio nome. “Inizia presto, mantienilo semplice, e non cercare di nascondere risorse ai tuoi creditori”. Questi pochi e semplici suggerimenti consentono di proteggere ciò che è stato creato con tanti sacrifici nell’arco della vita. Un vecchio saggio diceva che per poter essere vincenti al gioco d’azzardo bisogna prendere le fiches appena vinte al tavolo da gioco e abbandonare subito il tavolo stesso, in modo da massimizzare i profitti e ridurre le potenziali perdite.

Prendere le fiches e alzarsi dal tavolo

La pianificazione della protezione dei beni equivale a prendere le fiches dal tavolo dopo una vincita, e allontanarsi dal tavolo da vincitore. Molti clienti subiscono uno shock quando prendono piena consapevolezza di quali siano le conseguenza dell’inerzia nella tutela del loro patrimonio. Gestire questo importante punto in modo improvvisato e senza un’adeguata pianificazione può avere risvolti nefasti e risultare oltremodo oneroso. Alla gente comune, accade che spesso debba prima essere coinvolta in situazioni difficili, affinché si renda conto che è necessario fare qualcosa per proteggere il proprio patrimonio; è solo a questo punto che il tema della protezione dei beni inizia a diventare una necessità sostanziale.

Tecnicamente, la pianificazione della protezione dei beni è parte del diritto del debitore nel rapporto creditore-debitore. Mentre i creditori sono preoccupati per le strategie e le tecniche di incasso, i debitori sono interessati alle strategie e alle tecniche mirate alla protezione dei loro beni più preziosi nei confronti di potenziali creditori. Tuttavia, in questo contesto non si tratta solo di proteggere i beni, ma anche di fare in modo che non si rischino condanne penali per occultamento o bancarotta fraudolenta. Le 10 regole che seguono dovrebbero essere sempre tenute a mente quando si tenta di prendere le fiches dal tavolo.

Regola 1. Pianificare la protezione del patrimonio prima di creare un debito

È possibile fare molto per proteggere i propri beni se l’iter di protezione viene avviato prima di ricevere una richiesta di risarcimento, o prima di creare una passività, ma sono effettivamente poche le cose che si potranno fare dopo. Questo perché ciò che si fa dopo potrebbe essere annullato dalla legge o considerato un trasferimento fraudolento. Inoltre, il momento in cui si crea un debito, di solito è precedente di molto rispetto a quando si riceve una lettera di richiesta di risarcimento o a quando un creditore si presenta alla porta. Iniziare tardi la pianificazione ha spesso effetti lesivi e tende piuttosto a peggiorare le cose. Pensarci solo dopo il manifestarsi di accadimenti incresciosi è come prendere un vaccino antinfluenzale mentre si ha l’influenza; si peggiora solo il proprio stato e ci si sente peggio che se non si fosse fatto nulla.

Regola 2. L’Asset Protection non è un sostituto dell’assicurazione

La pianificazione della protezione patrimoniale non deve essere considerata come un sostituto della responsabilità civile e dell’assicurazione professionale, ma piuttosto una forma di integrazione di tali coperture assicurative, che restano fondamentali nella stragrande maggioranza dei casi.

Regola 3. Usare strumenti dedicati e riservati alle attività personali (e non commerciali)

Molto spesso per proteggere il patrimonio si fa uso di società, come le limited partnership o le società anonime, che sono strumenti disegnati per il business e destinate a essere veicoli per operazioni commerciali, poco idonee quindi ad essere utilizzate come salvadanai personali. Quando le attività personali vengono inglobate in un sistema di business commerciale, il potenziale di recupero da parte di un creditore aumenta in modo esponenziale. Il modo più corretto e semplice per tutelare il patrimonio personale passa attraverso la creazione di un veicolo istituzionale dedicato e riservato. C’è una precisa e solida legge che protegge le risorse detenute da tali veicoli riservati che siano stati correttamente e idoneamente costituiti.

Regola 4. L’eccessiva possibilità di controllo è una cosa negativa

La pianificazione della protezione degli asset deve potersi reggere su un perfetto equilibrio tra la possibilità di controllo del cliente (tale che i beni non scompaiano e possano continuare a essere validamente gestiti) e, contestualmente, la garanzia di un accesso limitato, in modo da impedire a un creditore di poter adeguatamente sostenere che il debitore, e la struttura di protezione dei beni, siano effettivamente la stessa identità. Esiste un solo strumento in grado di garantire questo difficile equilibrio.

Regola 5. L’Asset Protection e il Real Estate Planning non sempre vanno d’accordo

Spesso la necessità di protezione dei beni e il lavoro di pianificazione del proprio futuro seguono regole e percorsi differenti; ciò che potrebbe rappresentare una valida scelta per la pianificazione immobiliare può non esserlo altrettanto per la protezione dei beni. Ad esempio, la donazione (ai figli e ad altri potenziali eredi) è una strada perseguita di frequente nella pianificazione immobiliare, ma rappresenta un anatema nella logica della protezione dei beni, in quanto le donazioni sono spesso, e facilmente, considerate come trasferimenti pericolosi. In questo contesto, ad esempio, i fondi patrimoniali sono un utile strumento di protezione dei beni, ma di solito hanno la pecca di intrappolare il valore della casa nel patrimonio del debitore. L’utilizzo di un idoneo strumento alternativo a questi fa sì che si possano programmare investimenti futuri e, al contempo, proteggere il patrimonio accumulato.

Regola 6. Il tuo denaro può essere offshore, ma tu sei qui

Sempre più Paesi esotici concordano con altri Stati lo scambio automatico di informazioni relative ai rispettivi cittadini che intrattengono rapporti con intermediari finanziari fuori dal proprio Paese di residenza. Ciò comporta una sempre minore protezione per chi non ha interamente dichiarato il proprio patrimonio, rischiando di dover fronteggiare possibili accuse penali che possono arrivare finanche al reato di riciclaggio, con tutte le spiacevoli implicazioni e conseguenze del caso.

Regola 7. Se non riesci a spiegarlo, non potrà funzionare

Molti piani di protezione patrimoniale possono essere così articolati che nemmeno il cliente è in grado di spiegare come le attività siano detenute o attraverso quale processo siano stati trasferiti tali beni. Se la struttura e i trasferimenti risultano troppo complicati, c’è una probabilità assai elevata che in sede giudiziale si possa arrivare a far emergere fondate accuse di frode. Invece, i migliori piani di protezione patrimoniale sono spesso piani semplici, come la creazione e la sottoscrizione di un veicolo istituzionale dedicato e riservato.

Regola 8. Tutto deve essere fatto alla luce del sole

La pianificazione della protezione patrimoniale dovrebbe essere basata sulla presunzione che essa, unitamente al suo scopo, alla fine diventi nota ai creditori, perché in un modo o nell’altro solitamente sarà così. Piani di protezione patrimoniale che richiedono la segretezza potrebbero dover affrontare una pletora di problemi, tra cui non divulgare la struttura o l’attività nelle dichiarazioni dei redditi o mantenere silente un ex coniuge o un ex dipendente scontento. L’incapacità o l’impossibilità di ottemperare a una divulgazione completa, o di effettuare una comunicazione veritiera, potrebbero comportare accuse di comportamenti illeciti o legalmente perseguibili con conseguente rischio di incorrere in condanne risarcitorie anche pesanti.

Regola 9. Proteggere i beni e gestire gli obiettivi di pianificazione patrimoniale

Una volta che la pianificazione patrimoniale è avviata, si potrà facilmente determinare il valore netto corrente e quanta ricchezza ci si aspetta di accumulare in futuro. Con queste informazioni sarà possibile mettere a punto un piano di protezione patrimoniale completo. Questo piano affronterà questioni di varia natura, come ad esempio chi si prenderà cura del cliente e dei suoi beni in qualsiasi momento della sua vita, chi si prenderà cura dei figli minori in caso di morte premature del genitore/tutore legale, e chi gestirà in questo caso le risorse. Il piano di protezione può anche comprendere la pianificazione successoria e la protezione dei beni attraverso l’utilizzo di polizze assicurative ad hoc, apponendo coniuge, figli o figure terze gradite come beneficiari.

Regola 10. Dematerializzare il patrimonio

La dematerializzazione è quel processo che consente la trasformazione delle proprietà fisiche in registrazioni elettroniche (titoli). Per salvaguardare la propria ricchezza nei confronti di coloro che vi potrebbero vantare delle pretese sarebbe preferibile che tale ricchezza non fosse direttamente riconducibile al proprio nome.

E per finire, è opportuno ricordare i suggerimenti di buon senso già menzionati: “Inizia presto, mantienilo semplice, e non cercare di nascondere risorse ai tuoi creditori”. Queste poche e semplici indicazioni, richiamate anche nelle 10 regole esposte, consentiranno di proteggere ciò che è stato creato con impegno e sacrifici.
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